Continua la collaborazione con il dottor Kelios Bonetti, che ci ha mandato un articolo su un problema piuttosto sentito nelle nostre zone: le zecche e le infezioni a loro correlate.
Le zecche sono uno dei principali problemi per coloro che frequentano la montagna. Fortunatamente non tutte le zone sono infestate da questo pericoloso aracnide. I gruppi dove il rischio è notevole sono quelli che rientrano grosso modo nei confini del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi (Monti del Sole-Feruch, sottogruppo del Pizzocco, gruppo della Schiara) e quelli della “sinistra Piave”. Le gravi malattie che qui possono essere trasmesse dalle zecche sono due: il Morbo di Lyme e la TBE.
La prima porta a disturbi del sistema nervoso centrale, alle articolazioni ed al cuore ma, se presa in tempo, è guaribile con una cura di antibiotici. Per quanto riguarda la seconda malattia, essa può dare origine in alcuni casi ad un’infezione senza o con scarsi sintomi, in altri ad uno stato similinfluenzale che poi passa. In una piccola percentuale dei casi, però, a questo stato seguono disturbi del sistema nervoso centrale (meningite, encefalite, paralisi flaccida). E’ possibile fare la vaccinazione contro la TBE e perciò consigliabile informarsi presso il proprio medico curante.
E’ importante tenere presente che non tutte le zecche sono portatrici di tali malattie. Infatti le zecche fanno parte di un ciclo infettivo di alcuni animali come le volpi. Se la zecca ha morso un animale infetto allora può darsi che la zecca sia infetta.
Dopo una puntura è sempre meglio consultare il proprio medico curante, ma se a distanza di una settimana dalla puntura da parte del parassita compaiono mal di testa, dolori articolari e febbre, o un arrossamento dai bordi piu marcati, bisogna senza indugio procedere all’esame di laboratorio ed alla terapia specifica.
Le zecche possono essere di dimensioni molto varie (le più piccole sono paragonabili ai più piccoli nei della nostra pelle, quindi grande attenzione!!) in relazione alla fase di sviluppo in cui si trovano, di colore grigio, marroncino o nero, e sono attive tutto l’anno, anche se in inverno è raro essere morsi.
COME PROTEGGERSI:
E’ necessario utilizzare pantaloni lunghi di colore chiaro in modo da renderne più facile l’individuazione. E’ bene infilare i pantaloni nelle calze o nastrare i bordi in modo tale che le zecche, risalendo, non vadano sulla pelle, lo stesso vale per le maniche o il bordo inferiore della maglia. Prestare inoltre attenzione a tessuti come la lana, attraverso i quali le zecche possono tranquillamente passare. Ogni tanto bisogna fermarsi per esaminare i pantaloni, uccidendo le zecche che su di essi stanno tentando di salire. Capita, poi, che arbusti del sottobosco permettano alle zecche di “saltarci addosso” nella parte alta del corpo, mentre ci chiniamo durante l’ascesa: fare attenzione a evitare di strisciare contro gli arbusti ed i fili d’erba più lunghi e cospargersi collo, braccia e gambe con prodotti repellenti per le zecche (la loro efficacia è, però, piuttosto scarsa). Esistono prodotti antizecche adatti alla pelle e prodotti più potenti e tossici, che potranno essere spruzzati sui pantaloni e sugli scarponi. Bisogna evitare di sedersi sull’erba, anche sino a quote relativamente elevate (1800 m).
In caso di morso è possibile estrarre la zecca da soli ma la cosa richiede pratica e può essere pericolosa (va evitato il “rigurgito” della zecca in caso di pressione o soffocamento), dal momento che può aumentare il rischio di contagio se la zecca è infetta.
Tutte queste precauzioni dovranno essere rigorosamente adottate nei monti del Sole-Feruch, vera patria delle zecche, e nel gruppo della Schiara, mentre in altre zone a rischio si potrà adottare un comportamento via via meno rigoroso (solo pantaloni lunghi passati sotto i calzini e controllo dopo l’escursione). E’ importante non sottovalutare il pericolo, sia perché può benissimo capitare, soprattutto in determinati periodi (primavera), di “raccogliere” fino a trenta “ospiti”, sia perché la gravità delle malattie è notevole. quindi vi consigliamo, pur evitando inutili allarmismi, di rivolgervi al vostro medico curante, in caso di sintomi anomali. E’ importante tenere osservate le punture sospette. In caso di comparsa di una macchia rossa che tende ad allargarsi è bene rivolgersi prontamente al proprio medico.
COME SI RIMUOVONO LE ZECCHE:
Le zecche devono essere subito asportate perchè tanto maggiore è il tempo che restano attaccate alla pelle, tanto più aumentano i rischi di contrarre l’infezione. Per rimuoverle è opportuno non toccarle con le mani usare dei guanti e applicare localmente con un batuffolo di cotone o uno
straccetto una sostanza oleosa o irritante (alcool, ammoniaca, etere, acetone) lasciandola agire per qualche minuto. L’acaro, nella fase preagonica o nella fase di asfissia provocata dall’otturazione dei pori respiratori, retrae il rostro e può essere facilmente staccato. Utilizzando quindi una pinzetta si deve afferrare la zecca (operando una torsione vicino alla pelle, è molto importante effettuare una trazione lieve associata ad una torsione in senso antiorario, per la conformazione del pungiglione) e staccarla con una leggera trazione, senza strappare. Quando dalla cute si stacca una zecca sazia di sangue si è soliti schiacciarla con la scarpa o con qualche altro oggetto. Questa operazione comporta una dispersione nell’ambiente del sangue e degli eventuali agenti infettivi con tutti i rischi di contagio. Una volta che le zecche sono state asportate dalla cute dell’ospite, queste vanno distrutte con la fiamma. Il punto in cui era infissa la zecca rimane comunque una ferita aperta, già infetta da germi portati dalla zecca o facilmente infettabile successivamente. E’ sempre bene effettuare una buona disinfezione.
Per informazioni riguardo all’articolo, o per problemi traumatici relativi alla pratica dell’arrampicata potete contattare Kelios all’indirizzo patologia.arrampicatoria@gmail.com