Questo post racconta le emozioni in “rosa” del Gruppo in giro per le Alpi.
Grazie alle Orsette per averci raccontato le loro avventure ed emozioni!
Come ogni estate il Gruppo ha organizzato il “campeggio estivo”. Lo scriviamo tra virgolette perché non si è trattato di un vero e proprio campeggio: si sapeva che si sarebbe partiti ma il giorno e il luogo erano ancora un’incognita: ci siamo riuniti una settimana prima della partenza e abbiamo deciso il tutto.
Così, in sette intraprendenti, con la maggioranza rappresentata dal “gentil sesso” infatti noi donne eravamo ben 4, ci siamo trovati in Piazza Giardini, per la partenza alle sei di una mattina di metà agosto alla volta della lontana Val d’Aosta con meta la funivia del Monte Bianco che collega la Palud, nei pressi di Courmayeur al rifugio Torino a 3375 metri di altezza.
Dopo un tranquillo viaggio in autostrada, arrivati al parcheggio della funivia, si presenta ai nostri occhi il Monte Bianco in tutta la sua magnificenza, con un cielo cobalto che fa risaltare ancora di più le sue cime bianche.
Presa la funivia al suo arrivo affrontiamo la scalinata che parte dal vecchio rifugio e conduce al nuovo: con i suoi cento e più scalini ci mette già alla prova in quanto siamo già ad una certa altezza.
In rifugio, una volta preso possesso della camera, ci prepariamo per fare un primo giro di ricognizione, legati in conserva in due cordate una di tre e una di quattro affrontiamo , chi per la prima volta e chi no, ma sempre con una forte emozione, il magico mondo bianco che ci circonda, perché camminare su un terreno così diverso da quello solito ci procura nuove sensazioni e timori.
Prendiamo confidenza con l’ambiente, passiamo su alcuni piccoli crepacci, e ci esercitiamo a procedere in cordata in vista del giorno successivo. Ammiriamo il Dente del Gigante che con la
sua guglia slanciata ci fa nascere il desiderio di scalarlo.
Dopo circa tre ore facciamo ritorno, dal rifugio si vedono in lontananza, a oltre 30 km di distanza, l’inconfondibile cima del Cervino e il massiccio del Monte Rosa. Il sole inizia a calare e colora il paesaggio di mille sfumature. Dopo cena trascorriamo un’oretta in compagnia ci corichiamo abbastanza presto in vista ciò che ci aspetta il giorno successivo.
15 agosto: sveglia alle 5! Breve colazione e ci prepariamo a partire mentre fuori è ancora buio.
Perdiamo un po’ di tempo a legarci, ramponiamo gli scarponi e finalmente partiamo alla volta del rifugio Cosmique attaaversando la Mer de Glace, il cui nome rappresenta quello che è veramente una grande distesa di ghiaccio con seracchi e crepacci: inizia qui ed è il lungo ghiacciaio che scende verso Chamonix.
Chi non ha mai attraversato un ghiacciaio non sa cosa lo aspetta: la bellezza e la sorpresa che gli si presenta ogni volta all’attraversamento di un crepaccio le conformazioni create dalla neve e dal freddo e il colore azzurro trasparente sono uno spettacolo!
Albeggia e ammiriamo su una distesa di ghiaccio circondata dalle guglie di granito rese rosseggianti dal sole che sorge. Lo spettacolo è una cartolina che ci porteremo nella memoria per sempre.
Procediamo nell’attraversamento e affrontiamo un ponte di ghiaccio crollato usiamo le piccozze per risalire la paretina di ghiaccio mentre attorno a noi ammiriamo le sculture originalissime formatisi con il ghiaccio.
Alla nostra destra la cima del Mont Blanc du Tacul (m 4248), con enormi masse di neve pronte a staccarsi nasconde momentaneamente la vista della cima del Monte Bianco.
Dopo circa 6 ore sotto il rifugio Cosmique ci appare sua Maestà il Monte Bianco (m 4807): è più che evidente il cammino delle cordate che salgono verso la cima.
Una cordata prosegue verso l’Aiguille du Midi gli altri bivaccano in quanto camminare a questa altezza è più difficoltoso, quando il gruppo si ricompone ripartiamo alla volta del rifugio dal quale siamo partiti. Lungo la via del ritorno un elicottero procede al recupero di un alpinista caduto e questo ci fa riflettere sul fatto che bisogna essere sempre cauti e attenti in ogni nostra avventura perché l’incognita è sempre in agguato e ogni distrazione può essere fatale.
Rientrati al rifugio stanchi ma soddisfatti per la giornata impegnativa, trascorriamo un’altra serata in compagnia ma stavolta i discorsi sono diversi il gruppo che deve tornare si rammarica di questo e vorrebbe proseguire con gli altri perché il giorno dopo è prevista la salita al Gran Paradiso. Quindi l’idea è di ritornare e di fare altre cime, quest’anno abbiamo avuto un piccolo assaggio di alta quota, di ghiaccio e di cordate ma il prossimo sarà ben più impegnativo con il raggiungimento di cime.
Ci corichiamo stanchi e pensiamo chi al rientro del giorno successivo e chi alla prossima avventura.
Il giorno dopo è la giornata dei saluti.
Una volta fatta colazione riprendiamo la funivia raggiungiamo le auto e ci salutiamo alziamo gli occhi per ammirare ancora una volta il Bianco al quale rivolgiamo un ultimo saluto. Ci torneremo?