Sylvain e Roberto sono andati alla scoperta di nuovi orrizonti verticali.
Ecco il racconto di quei giorni e le impressioni di Sylvain.
“Avevamo sentito spesso parlare di questo posto e alla fine la nostra curiosità e la nostra voglia di vedere e conoscere posti nuovi ci ha portati a Cornalba; piccolo paesino della Val Seriana, ha visto passare numerosi climbers famosi per venire a cimentarsi sulla sua roccia, dal “Mago” Manolo, a Simone Moro, Cristian Brenna e molti altri ancora.
Arriviamo in paese giovedì sera, e, anche al buio della sera, è difficile non far caso alla parete che lo sovrasta.
Venerdì il sole ci riscalda già dal mattino, e abbiamo l’occasione di fare amicizia con delle guide locali (tra l’altro uno di loro conosce bene il Friuli, poichè ha fatto il corso con Alex di Lenardo). Arrampichiamo assieme ai locali poichè siamo dispari. Un buon modo di fare conoscenza. Scalare a vista in un posto nuovo è sempre un’esperienza a se, diversa ogni volta, ma appena iniziato a prendere confidenza con la roccia, appena iniziato a conoscerla, ingaggiamo anche con il grado.
Tacche, tacche e ancora tacche. Una costante!
La falesia è molto tecnica e selettiva, ed i tiri sono stupendi, con sviluppo fino a 35 metri. Al calar del sole siamo belli che bastonati. Ma va bene così!
Il secondo giorno continuiamo ad ampliare la conoscenze dei “locals” e la festa si ripete: alla fine della giornata siamo di nuovo “bastonati” e abbiamo già finito la pelle!! E manca ancora una giornata di arampicate!
L’indomani il dolore ai polpastrelli si fa sentire già sui tiri di riscaldamento… ma continuiamo a darci sotto! La stanchezza inizia a farsi sentire e i resting aumentano di numero… Pazienza! E’ pur sempre allenamento!Spesso ci si sente chiedere “ma cos’hai portato a casa? Un 6c? 7a? 7b?”. Ci si ferma alla difficoltà, non si considera il piacere di nuove amicizie, di posti nuovi.Io da Cornalba mi son portato a casa il ricordo di tre giorni bellissimi.”