Un evidentissimo e regolare scivolo di oltre 700 metri di dislivello che, grazie all’esposizione a nord viene spesso percorsa anche nel mese di maggio, quando ai Laghi di Fusine non c’è più neve.
“Dal Lago Superiore di Fusine si segue la pista forestale per l’Alpe del Lago raggiungendola in breve.
Si segue una traccia che si addentra nella boscaglia e quando essa si perde fra gli alberi, si prosegue cercando i passaggi migliori spostandosi sul lato destro della valle ove la vegetazione è meno fitta, nel nostro caso abbia o proseguito per circa mezz’ora quasi alla cieca puntando verso nordocest fino a quando siamo usciti dal fitto del bosco.
Al termine del bosco la Forcella della Lavina appare evidente in tutto il suo sviluppo. Dopo si risale interamente il ramo destro su pendenza regolare e crescente senza particolari difficoltà.
Poco sotto la forcella si presenta sia la possibilità di uscire in sella sulla sinistra con un breve traverso ripido, oppure direttamente con un passaggio stretto fra le rocce.
Noi abbiamo scelto la seconda ipotesi, che pur essendo più ripida (Luca ha usato i rampant) è più diretta e veloce. Dopo un breve pausa in forca si inizia la discesa lungo l’itinerario di salita.
E’ possibile scendere anche l’altro ramo della forcella (destra orografica), incontrando difficoltà analoghe, tenendo presente che, essendo vicino alle pareti del Traunig, è soggetto a scariche di pietre, soprattutto in primavera. Il tratto di bosco è stato aggirato seguendo le tracce degli scialpinisti che ci hanno preceduto, scendendo lungo l’alveo ghiaioso del torrente, che sbocca sulla destra dell’Alpe del Lago.
Magnifica sciata, molto tecnica specialmente nella parte alta, anche grazie alle ottime condizioni della neve che durante le ore più calde aveva mollato ed era nelle condizioni ideali.”
Continua ancora l’attività scialpinistica degli Orsi Alessandro Cimenti e Luca Treu: lo scorso lunedì, beati nella severa solitudine delle Giulie, hanno compiuto una classicissima nel gruppo del Mangart: forcella della Lavina.